Lungo I Bordi

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01 Il Primo Dio  03.05
02 Il Tempo Scorre Lungo I Bordi 03.57
03 Inverno '85 03.23
04 Frammento 1 01.40
05 La Notte Dell'11 Ottobre 04.28
06 Fuoco Fatuo 02.30
07 Per Farcela 03.27
08 Meglio Di Uno Specchio 04.13
09 Pizza Express 04.38
10 Da Qui 00.33
11 Nessun Ricordo 02.57
12 Ravenna 03.57


Anno: 1995
Durata totale: 38:57
Etichetta: Mescal - Mercury (Polygram). Edizioni Essequattro.
Produzione artistica: Massimo Volume e Fausto Rossi (conosciuto negli anni 80 come Faust'o)
Produzione esecutiva: Valerio Soave, Mescal.
Testi: Emidio Clementi
Musica: Massimo Volume
Formazione: Clementi, Sommacal, Burattini, Ceci
Franco Cristaldi: basso in 01, 06, 08, 11 e 12
Manuel Giannini: chitarra in 04 e radio in 12
Umberto Rossi: chitarra in 11
Registrato e mixato nel 1994 da Kaba 'Frontera' Cavazzuti allo studio Vida - Esagono di Rubiera (RE)
Grafica: Stefano Domizi e Mauro Carichini
Foto: Emiliano Battista

01 Il Primo Dio
C'è forza nella pioggia che bagna il bordo del lavandino
e le mie braccia tese, oggi.
Non nelle colline, nè nel cielo che tiene bassi gli uccelli
e ha i colori sbiaditi di una polaroid.
Emanuel Carnevali, morto di fame nelle cucine d'America
sfinito dalla stanchezza nelle sale da pranzo d'America
scrivevi
E c'è forza nelle tue parole
Sopra le portate lasciate a metà, i tovaglioli usati
Sopra le cicche macchiate di rossetto
Sopra i posacenere colmi
Sapevi di trovare l'uragano
Dire qualcosa mentre si e' rapiti dall'uragano
Ecco l'unico fatto che possa compensarmi
di non essere io l'uragano
Emanuel
Primo dio
Rimbaud
Preghiera a cose più belle di me
Rimbaud
Avvento della giovinezza
Immagine perfetta
Senzazione perfetta
E' nella pioggia, oggi, il vostro grido

02 Il Tempo Scorre Lungo I Bordi
Perchè questi pensieri?
Non è la solitudine
Non vaghiamo dentro una stazione
E su queste pareti non ci sono date
nè nomi nè cuori incrociati
Sono gli adesivi sulle pareti
E' il tempo che scorre lungo i bordi
Ascolta
ogni cosa qui dentro aspetta un segnale
Puoi leggerlo nelle linee della mano
o nei tuoi volti passati appesi intorno
Sono gli adesivi sulle pareti
E' il tempo che scorre lungo i bordi
Siamo io e te appoggiati su queste sedie
io e te su queste sedie
ad aspettare
Poi comicia la polvere

03 Inverno '85
Per tutto l'inverno dell'85
ho passato i miei pomeriggi di fronte allo stereo
in camera di mio fratello
ad ascoltare Wicked Gravity di Jim Carroll
Mi muovevo al ritmo della musica
immaginando il modo in cui lui poteva muoversi
Mi muovevo al ritmo delle chitarre elettriche
Tutto quello che avrei voluto era essere lui
nell'attimo in cui canta
'Mi sento come il soffitto di una chiesa bombardata'
Credo che in quel periodo
la mia vita fosse tutta lì

04 Frammento 1
Resta poco di questo amore dai percorsi segnati

05 La Notte Dell'11 Ottobre
Improvvisamente stanotte
la stanza s'è riempita dei miei amici d'infanzia
Ognuno di loro teneva con una mano
quello che restava dell'altro braccio
amputato fino al gomito
Immobili
tenevano lo sguardo rivolto verso il soffitto
la bocca spalancata
Qualcosa in quella scena sembrava accusarmi
Sono io la causa di tutto questo?
Ho avuto paura e ho cercato numeri di telefono
ma le cifre sbiadivano sotto i miei occhi
e ogni numero era occupato
e ogni numero era sbagliato
Nudo
ho premuto il mio corpo contro il vetro della finestra
affacciata su troppa notte
credendo che tutto questo non avrebbe mai avuto fine
Bologna
la notte dell'11 ottobre

06 Fuoco Fatuo
La tua casa ha le persiane abbassate
e la polvere secca la gola fino a non poter respirare
C'ho passato giornate intere alzando pesi di fronte a uno specchio
E la notte
la notte ho ascoltato il traffico
profondo come una sinfonia
fa pensare al nostro dentro conquistato
e poi sempre squarciato, perduto
e questa pelle attaccata alla mia pelle che stanotte dice
'Stringimi, succederà comunque, perchè è questo che ci aspetta'
Leo, ti ricordi Fuoco Fatuo?
Tutti quegli oggetti, sfere, cubi
qualcosa da afferrare, una pallottola alla fine
Come i nomi di donna che hai inciso sulle braccia
e non hai mai posseduto
Nella tua camera ho trovato una rivista di karate
Dentro c'è la sequenza di un uomo
che uccide un toro a mani nude
C'è la carica del toro
e il particolare delle corna per terra
spezzate
Ma manca la foto del contatto
tra le corna e la mano
Leo, è questo che siamo?

07 Per Farcela
'Ho ucciso molti uomini', mi hai detto
'E' come se lo avessi fatto
e non averlo fatto è stato proprio come averlo fatto
Tu non sai di cosa sto parlando
ma è così che finirà
un giorno
improvvisamente'

08 Meglio Di Uno Specchio
Ho visto un film, era ieri, ho pensato a te
A Torino passeggiavamo
Tra i negozi del centro tu mi hai detto
'Ho passato vent'anni ignorando di avere un corpo
Poi è stato come se un auto entrasse a 180 all'ora
dentro una di queste vetrine'
C'è un uomo, è a letto con una donna
Lui è disteso, lei è sopra di lui
Lei dice
'Con chi sei stato stanotte, con una nuova?'
Sembra una camera d'albergo, la luce è rossa
Fuori si accendono e spengono
le insegne al neon di una grande città
'Voglio essere il tuo specchio'
'Voglio essere il tuo specchio', lei dice
e apre la borsetta da cui tira fuori uno specchietto per il trucco
Se lo mette di fronte
e mentre fa passare lo specchio sul corpo di lui
lo specchio riflette la sua immagine
'Questa è la tua faccia', dice
'Questo è il tuo petto', dice
'Visto?
Non sono meglio di uno specchio?'

09 Pizza Express
Le dieci passate
osservando il traffico serale
Facevo passare da una mano all'altra
i gettoni del distributore automatico di bibite
Ero l'unico cliente lì dentro
Avevo già pagato
In cambio avevo ricevuto uno scontrino e i due gettoni
'E' passato un'altra volta. L'hai visto?'
Era il più giovane dei due gestori che parlava
Era lui che prendeva le ordinazioni
'E' dentro quella Ford metallizzata'
'Resta dentro', disse l'altro
Lo sguardo del giovane fissava il tratto di strada
delimitato dalla porta di ingresso
Non rispose
La televisione mandava video
Cher oscillava le gambe
seduta cavalcioni sopra un cannone di una nave da guerra
circondata da marinai che si muovevano al ritmo della musica
Il più vecchio si rivolse a me
disse qualcosa che ritenne spiritoso e rise della sua battuta
rise della sua battuta
Si girò verso il forno e fece fare un paio di giri alla pizza
Scosse la testa
Sembrava avesse ancora qualcosa da dire
ma era come se le parole non volessero uscirgli fuori
Tornai a osservare il traffico
Le auto correvano
Si fermavano
Riprendevano ad andare
Si fermavano
Riprendevano ad andare
Quando mi voltai di nuovo parlavano a bassa voce
Capii che stavano dicendo qualcosa sul mio conto
Il vecchio se ne accorse
'E' quasi pronta', disse
L'altro posò sul banco una scatola di cartone
sul dorso la scritta a caratteri verdi
Pizza Express
Il vecchio infilò la pizza nel cartone direttamente con la pala
Restituii lo scontrino
Spinsi i due gettoni nel distributore automatico
I barattoli calarono con un rumore sordo
Infilai i due barattoli nelle tasche del cappotto e uscii
Le auto erano ferme
I riflessi delle luci sui vetri
non permettevano di distinguere nulla all'interno
Aspettai ancora un momento
Mi avviai verso casa
Erano gli ultimi istanti di quella che da allora in poi
avrei chiamato 'la mia vita precedente'

10 Da Qui
Vivo in un posto dove tutto quello che accade
sembra accadere per caso
Una strada attraversa il paese
Il paese è quella strada
Nessuno ha scelto di vivere qui
Ma c'è qualcosa che ci trattiene
Perchè anche se non c'è amore
a volte
a volte c'è qualcos'altro

11 Nessun Ricordo
Sei solo, adesso
in casa della tua ex moglie
Hai una foto tra le mani, la osservi
C'è un uomo in una strada
Le braccia gli cadono lungo i fianchi
Lo sguardo è perso in qualche posto
al di là della macchina fotografica
Sei tu, non c'è dubbio
Ma non ricordi dove
Osservi meglio quello che c'è intorno a quella figura, una strada
Non ci sono insegne
e le targhe sulle auto sono illegibili
la Grecia, forse, ma quale città?
Nessun ricordo
Solo la precisa coscienza della tua mano chiusa a pugno
che cerca disperatamente di fermare qualcosa
che sta accadendo nel tuo corpo

12 Ravenna
C'abbiamo provato e abbiamo creduto di farcela
Malgrado le palme, le panchine
le facce di camerieri in camicie da quattro soldi
C'abbiamo provato e abbiamo creduto di farcela
E abbiamo camminato
incontro a tramonti muti
che si ha pudore di guardare
E abbiamo dimenticato i nostri corpi inadeguati
Sperduti, abbiamo riso
Le nuvole sono immobili e senza contorno
sullo sfondo

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