Lungo i Bordi in vinile blu

22 Ott 2013
Uscirà il 19 novembre su Tannen Records, per la prima volta in vinile, Lungo I Bordi, il secondo album dei Massimo Volume, originariamente edito da Mescal nel 1995. Lungo I Bordi è il disco che fece conoscere i Massimo Volume: un album amatissimo dai fans, osannato dalla critica e riconosciuto tra i dischi italiani più influenti di sempre.
In collaborazione con EMI Records Italy, Lungo I Bordi uscirà in edizione limitata a 500 COPIE NUMERATE A MANO IN VINILE 180 GRAMMI arricchito dall’introduzione a cura di Andrea Pomini (autore della biografia “Tutto Qui”), per gentile concessione di Arcana Edizioni.
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Si segnala che è di nuovo disponibile il vinile normale di Aspettando i Barbari, dopo che la prima tiratura, nonchè ovviamente l’edizione limitata in vinile trasparente, era andata esaurita.


Il video de La Cena

19 Ott 2013
Ecco il video de La Cena realizzato dal regista, fumettista e illustratore Gianni Pacinotti, in arte Gipi, dopo l'anteprima su Repubblica TV finalmente su YouTube:

Ottimo esordio di Aspettando i Barbari

15 Ott 2013
I Massimo Volume desiderano ringraziare il proprio pubblico per il sorprendente esordio del nuovo album, Aspettando i Barbari.
Com’era prevedibile le 200 copie dell’edizione limitata in vinile trasparente sono andate subito esaurite, ma al momento risulta esaurita anche l’edizione in vinile regolare. Si consiglia di tenere d’occhio la pagina del negozio di Tannen Records dove verrà comunicata la nuova disponibilità e dove fa già capolino la prossima pubblicazione del vinile di Lungo i Bordi.
L’album rimane, ovviamente, disponibile su CD nel negozio de La Tempesta, in MP3 su Google Play (a soli 7,99 Euro) e in download su iTunes.
Aspettando i Barbari è entrato, a sorpresa, al ventiseiesimo posto della classifica ufficiale FIMI degli album più venduti, un successo straordinario per un album così antitetico alla musica mainstream.
La band ringrazia quanti l’hanno sostenuta in questi vent’anni permettendole di crescere sino all’ottimo debutto di quest’album.


Aspettando i Barbari

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01 Dio delle Zecche 03:55
02 La Cena 03:54
03 Aspettando i Barbari 04:04
04 Vic Chesnutt 03:50
05 Dymaxion Song 03:44
06 La Notte 04:25
07 Compound 04:09
08 Silvia Camagni 04:52
09 Il Nemico Avanza 04:14
10 Da Dove Sono Stato 04:18

Anno: ottobre 2013
Durata totale: 41:20
Etichetta: La Tempesta – Master Music
Produzione artistica: Massimo Volume e Marco Caldera
Testi: Emidio Clementi. Il testo di 01 è di Danilo Dolci, 05 e 10 includono parole di John Cage, 09 include parole di Mao Tse Tung
Musica: Massimo Volume
Formazione: Emidio Clementi (voce, basso e synth), Egle Sommacal (chitarra e voce), Vittoria Burattini (batteria, percussioni e voce), Stefano Pilia (chitarra, basso e synth)
Marco Caldera: synth in 02 e 03, sampler in 06
Massimo Carozzi: field recording in 10
Registrato e mixato tra novembre 2012 e maggio 2013 da Marco Caldera al Red Carpet di Brescia, al Massimo Volume Home Studio di Bologna, al Vacuum di Bologna e da Stefano Pilia al Blind Sun Crows di Bologna.
Masterizzato da Giovanni Versari presso La Maestà Mastering di Tredozio (FC)
Grafica: Kymatika
Dipinto: “This Has Nothing To Do With You” di Ryan Mendoza

01 Dio delle Zecche
(di Danilo Dolci)
Vince chi resiste alla nausea
chi perde meno
chi non ha da perdere
Vince chi resiste
alla tentazione
tentazione di evadere
Vince chi resiste alle tentazioni
chi cerca di non smarrire
il senso, la direzione
Vince chi non si illude
Noi
che accendiamo lumi
per nasconderci le luci
La moda di esibirsi travestiti da operai
la moda di fumare
la moda di sparare o non sparare
la moda di spararsi
Noi 
che accendiamo lumi
per nasconderci le luci
Più confortevole inselvarsi
appiattandosi zecca

02 La Cena
Se penso a te ti vedo in Via dei Tigli
lo sguardo chiuso contro il cielo azzurro
Io sono l’altro, lui che volta le spalle
bruciato di luce confuso nel paesaggio
E senza dare nell’occhio esco fuori dall’inquadratura
devoto a nessuno
votato alla fuga
Oh madre
il vento scuote ciò che cede
le insegne, i rami, le catene
le foglie morte dell’amore
Riuniti qui a consumare
il piatto freddo della cena
la vita stinta nell’attesa
Oh madre
il mare ingoia ciò che cade
le navi, i ponti, le frontiere
il senso ambiguo del dovere
Seduti qui a contemplare
le zone d’ombra della cena
la vita vinta dall’attesa
Dimmi la strada
dammi un secondo
indicami il modo
per girarci intorno

03 Aspettando i Barbari
Ora che l’orizzonte è in fiamme
noi rincasiamo
serriamo in fretta le imposte
mettiamo in ordine i fogli
le provviste
i vestiti smessi dell’estate
in attesa dei barbari
Le impronte lungo la strada
portano dritto al nostro giardino
non te l’ho detto
non te l’ho mai detto
nel sonno le tue braccia sembrano ali stanche
in fuga dai barbari
Lo so
non era questo il vino promesso
gli inviti, i fiori, le risate
ma stanotte la notte è una lama illuminata
che taglia il buio e la paura
e punta avanti
dove tutto riposa immacolato
e giusto, e nostro, e puro
prima dell’arrivo dei barbari
Ora che l'inverno allunga le ombre
noi ci ritiriamo
e di fronte allo specchio
come spose ci acconciamo
in onore dei barbari

04 Vic Chesnutt
Ricordati di Chesnutt
quando leggi Stevens
ricordati di Chesnutt
quando guardi Guston
ricordati di Chesnutt
quando ascolti Ritchman
ricordati di Chesnutt
quando suoni Glue Man
Ricordati di Chesnutt
quando conti il resto
ricordati di Chesnutt
quando togli il trucco
ricordati di Chesnutt
quando fumi l’erba
ricordati di Chesnutt
quando vedi me
Bad habits
Ricordati di Chesnutt
quando il suono stride
ricordati di Chesnutt
quando la linea trema
Ricordati di Chesnutt
una corona di spine
poggiata sul palco
tra la chitarra e le spie

05 Dymaxion Song
(in memoria di Buckminster Fuller)
"Contenitori che perdono acqua noi siamo
nuotiamo e ogni tanto affoghiamo" [John Cage]
Ho messo chiodi tra le corde
ho preso il vuoto dalle stelle
e l’ho sparso lungo le strade del mondo
e sulla vostra pelle
Vi piaccia o no
Rendi il mondo vecchio
rendi il mondo un cerchio
rendi il mondo al caso
rendilo uno scherzo
Rendi onore ai vivi
rendi gloria al nulla
Ricordati di Alexandra
e offri un giro alla fortuna
Ti piaccia o no

06 La Notte
Marco ha una webcam aperta dove batte sempre il sole
si vede la spiaggia, si vedono le onde, si vede una donna che si allontana su un gommone
Lui aspetta sempre il momento di partire
arrivare un giorno
incorniciato da un’alba sublime
Carlo ha un ombrellino piantato in mezzo al petto
ho il cuore in ombra, dice
ho il cuore gelido
toccalo, dice
avvolgilo, tienilo stretto
sto morendo di freddo
Anna è seduta appena un po’ più in là
a contare le volte in cui la vita l’ha lasciata da sola dentro a un bar
non ha consegne, non ha progetti, non ha buoni da scalare
poi guarda l’ora
e decide che ha fame
Mirko è caduto sul più bello
scivolato all’improvviso a una banale svolta del destino
ora vive con sua sorella
la sera siede fuori, sui gradini
"La vita s’è rotta, dammi una moneta!", grida a Elena e agli altri vicini
E io?
Io aspetto qui
dove la vista rassicura
ho con me i tuoi fiori
le tue accorte raccomandazioni
e mi affido alla notte
che confonde le tracce
che nasconde i rifiuti
che ritorna costante
Luca s’è fatto prendere dall’ossessione del denaro
Leo dal fascino osceno del caso
Stefano ha bisogno di attenzioni
Laura di privazioni
Gianni vive a Pechino
Laura serve ai tavoli in un ristorante di Torino
Andrea prende una droga che fa dimenticare
Sergio ha una malattia che lo fa addormentare
Mimmo è morto
E io?
Io aspetto qui
e mi affido alla notte
che confonde le tracce
che nasconde i rifiuti
che ritorna costante

07 Compound
Gli uccelli sul tetto, la notte
lasciano impronte di metallo
Gli uccelli sul tetto, la notte
insidiano i confini
del nostro mondo perfetto
Addestrati alla guerra
alla notte, alle ombre
al deserto, alle voci
alle mura, alla morte
che arriverà planando
in un’alba di maggio
uno squarcio di bianco
illuminato dal cielo
che ora pende strappato
proprio sopra di me e di te
Gli uccelli sul tetto la notte
sognano sogni di cristallo
Gli uccelli sul tetto stanotte
frugano tra le rovine
del nostro mondo perfetto
Addestrati alla guerra
alla notte, alle ombre
al deserto, alle voci
alle mura, alla morte
Da quanto tempo siamo qui?

08 Silvia Camagni
Se ne andò di casa un pomeriggio di maggio
lasciando che il sole sbiadisse tutto quello che era stato
Portò con sé gli occhi neri di sua madre
un orologio rotto
la promessa inutile di un indirizzo sbagliato
Poi in un bar lungo la strada
un ragazzo le chiese della sua solitudine, della sua testa rasata
Lei rispose: "Sono la vedova dei vent’anni mai passati
le mie bottiglie sono vuote o sono chiuse
ma la strada è fatta anche per questo
e se vuoi ti aspetto"
Si fermarono a dormire in una pensione a due passi dal mare
Lui le offrì il suo corpo glabro e la canzone nella pubblicità di una gomma da masticare
Lei gli mostrò una stanza buia proprio in fondo al suo cuore
"Vorrei invitarti a entrare", gli disse, "ma c’è troppa confusione"
Si lasciarono la mattina dopo a un incrocio senza niente da dirsi
giusto un gesto del capo
Si lasciarono come tutte le cose destinate a dividersi
come il mare e la terra
come gli amanti di un’ora
Silvia, stai attenta, copriti meglio
conserva l’amore per quando fa freddo
Qualcuno mi ha detto che vivi a Berlino
che esci la sera
che abiti sola
Io ti sogno ogni tanto che attraversi la strada
Ti giri e mi gridi "Fai presto!"
poi di colpo scompari

09 Il Nemico Avanza
"Il nemico avanza, noi ci ritiriamo. Il nemico si accampa, noi lo tormentiamo.
Il nemico è stanco, noi lo attacchiamo. Il nemico arretra, noi lo bracchiamo" [Mao Tse Tung]
Ricordi Beirut e la foce del Mekong
le strade di Saigon, le mura di Algeri
i fuochi sparsi, le macerie
il porto di Haiphong bombardato dal cielo
Crudele a vent’anni, il corpo distratto
La notte disposta per un ultimo assalto
L’odore del sangue che sa di dolce
di pesce pescato, di sperma
di vita che morde
Il nemico ci assedia
noi ci rintaniamo
Il nemico fugge
noi lo inseguiamo
Il nemico è vivo
noi lo uccidiamo
Il nemico si nasconde
noi lo staniamo
Ricordi Kinshasa, Bukavu, il Katanga
la morte derisa alle porte di Onitsha
Schramme di spalle, Ciombé in divisa
Goosens ucciso appena un attimo prima
Spietato a vent’anni, il corpo esibito
la notte arroccata dietro al mattino
L’odore del sangue che sa di mare
di cose perdute, di etere
d’estate

10 Da Dove Sono Stato
Camerieri, cantanti
attori bipolari
arguti figli di papà
Bukowski butterati
massa drogata
San Benedetto in croce
Mahagonny abbandonate
Monterey di sogno
Parrucchieri in estasi
gerani ai davanzali
(ricordarsi di dare da bere)
Von Braun tradito
vasche ionizzate
e culi di Hockney
culi di Hockney bagnati di luce annoiata
(il lusso freddo della solitudine
di cose al loro posto, mai desiderate)
"Noi siamo o non siamo, siamo o non siamo
socialmente parlando" [John Cage]
Buckminster Fuller
perso in una bolla di vetro e di metallo
Di fronte a tutti voi io oggi umilmente mi inchino
per avermi fatto sentire vivo
e reso grazia al vostro incanto vi lascio
e corro incontro ai giorni che mi spettano
le carte appese al petto
e una versione di riserva
per tutte le strofe uscite male
e le frasi sbagliate che nessuno potrà più cancellare
io vi saluto e mi inchino
io vi saluto
e pieno di rispetto vi dico addio