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01 Manciuria (L'Ultimo John Ford) 04:35
02 Atto Definitivo 04:45
03 C'E' Questo Stanotte 01:09
04 Senza Un Posto Dove Dormire 03:50
05 La Città Morta 04:44
06 Sotto Il Cielo 05:06
07 Sul Viking Express 03:24
08 Qualcosa Sulla Vita 05:49
09 Avvertimento 04:21
10 Manhattan Di Notte 05:31
11 Stagioni 04:30
Anno: ottobre 1997
Durata totale: 47:44
Etichetta: Mescal - Mercury (Polygram). Edizioni Essequattro
Produzione artistica: Steve Piccolo e Kaba Cavazzuti
Produzione esecutiva: Lucio Serra e Valerio Soave, Mescal.
Testi: Emidio Clementi
Nel libretto del CD 02 e 05 hanno versi aggiuntivi oltre a quelli registrati.
Musica: Massimo Volume
Formazione: Clementi, Sommacal, Burattini, Ceci, Orsini
Steve Piccolo: chitarra, basso e harmonium
Kaba Cavazzuti: percussioni e salterio.
Lucia Tarì: voce
Registrato e mixato nel 1996 da Kaba Cavazzuti allo studio Vida - Esagono di Rubiera (RE)
Grafica: Stefano Domizi e Mauro Carichini
Foto: Davide Rossi e Massimo Sciacca
01 Manciuria (L'Ultimo John Ford)
E' la scena in cui lei entra in sala da pranzo
ubriaca
Si siede
senza aspettare la fine della preghiera
senza salutare nessuno
Tutti capiscono che dal centro del suo cuore
sanguina ancora una ferita
Contro l'orizzonte gli alberi sono solo disegnati
i colori troppo forti per essere reali
'Un buon posto per dimenticare'
ripetono in continuazione i protagonisti
02 Atto Definitivo
Il periodo in cui componevo 'Atto Definitivo'
fu tra i più difficili
Mangiavo solo nei giorni in cui Ada era di turno nel suo locale
Mi alzavo alle sei del pomeriggio
Avevo cominciato una specie di Ramadan involontario
Niente cibo alla luce del sole!
Con l'aiuto di un amico
fui ingaggiato per due serate
in un locale chic sui colli intorno Bologna: 'Le Cave'.
Arrivai con una sera d'anticipo
Mi presentai e chiesi
'Potrei consumare ora la cena?
La cena che domani sera
mi spetterebbe di diritto?'
Seduto
di tanto in tanto fissavo il riflesso del mio volto sulle vetrate
Dovevo fare veramente paura
Le guance cianotiche
Un ghigno che mi attraversava la faccia
'Atto Definitivo'
L'ho sempre considerato un bel titolo
03 C'è Questo Stanotte
C'è questo stanotte
Due distese di bianco spezzano l'oscurità
Una a terra, immobile
ricopre le forme
L'altra in continuo movimento
penetra nella notte e si ritrae
Il gelo ha ricoperto i vasi
su questo terrazzo dove non andiamo mai
Il vento piega gli alberi
e tende i fili
dove nessuno stende più la biancheria
Ho scavalcato il tuo corpo
scomposto nel sonno
e nella mia parte di letto mi sono avvolto nel tuo calore
04 Senza Un Posto Dove Dormire
Non avevo un posto dove dormire
Guidavo tutta la notte fino a perdere il filo dei miei pensieri
Mi dirigevo fuori dal centro
Imboccavo la tangenziale
Le luci battevano sul cofano della macchina
Fissavo quelle luci
Quando tornavo in me ero stremato
Io e Ada c'eravamo lasciati
Avevamo venduto l'appartamento
Con quei soldi sarei andato in Spagna
Era un'idea
A Napoli cercai un hotel
poi andai a tagliarmi i capelli
Chiesi: 'Qual'è il quartiere delle puttane?'
Il barbiere mi indicò una strada di case basse
Erano tutte sedute fuori
Sopra il cielo tendeva al viola
Non era ancora notte
Mi chiamavano
Qualcuna cercava di attirarmi con un gesto
o alzando la gonna
Steso sul materasso
Steso sul materasso senza lenzuola
Dopo che ero venuto mi resi conto di questo
Tante cose non sarebbero più state le stesse
Da quel momento in poi
da quel momento in poi avrei dovuto fare i conti
con cose di cui avevo una conoscenza
solo vaga
La solitudine
ad esempio
05 La Città Morta
Salendo le scale
ci ha spaventato il silenzio
e qualcosa che pareva un'attesa
Abbiamo consacrato a nostri idoli le montagne intorno
confidando nella loro protezione
La pioggia ci aveva perseguitati per tutto il viaggio
Corridoi male illuminati
I cartelli parlano di gite al mare
Foto di discoteche
e di comitive che brindano, a testimoniare
l'ottimo servizio
Tavolini che sembrano aspettare altra gente
in un altro momento
Ordinare le stesse cose che mangiamo da una settimana
Perchè siamo stanchi di novità
Oggi siamo partiti
Nessuno ci ha chiesto dove saremmo andati
Perchè quaggiù
quaggiù nessuno immagina chi siamo
06 Sotto Il Cielo
Fuori la finestra tutto scorre e passa
Uccelli in volo
07 Sul Viking Express
Karin è bionda ed esile
E quando ride è come se si vergognasse di farlo
Mi racconta qualcosa di lei
di come ha lasciato casa
Mi chiede di me
perchè sono qui dove sono
Il vento ci scompiglia i capelli
ci ruba le parole
scagliandole nell'assordante vuoto della notte
fino a non sentire più la faccia dal freddo
Karin dice
prima di andarsene
'Sarebbe bello se almeno conoscessi qualcuno qui'
Perchè sono qui dove sono?
Nell'assordante vuoto della notte
c'è odore di fritto
Perchè sono qui dove sono?
08 Qualcosa Sulla Vita
La proprietaria non aveva badato a spese
Avremmo portato via tutto quello che c'era
nel minor tempo possibile
Era una villa di gran lusso
con i balconi in legno
e le ampie vetrate
Siamo partiti dal garage
Abbiamo caricato sul furgone due gommoni forati
dei remi
e una teca
con un pitone imbalsamato
divorato dai parassiti
Abbiamo portato in strada la cucina
gli elettrodomestici
i tavoli
alcuni armadi
Mano a mano che riempivamo il marciapiedi
portavamo via un carico col furgone
In solaio ci siamo fermati a leggere alcune lettere
contenute dentro sacchi di tela
Erano tutte scritte con uno stile molto formale
Avvisavano di arrivi
posti visitati
cambi di programma
C'era sempre un accenno al tempo
Era chiaro
per l'autore
quelle lettere
erano un semplice
dovere
Le abbiamo fatte sparire insieme al resto
Le due passate
Abbiamo preso l'assegno
siamo risaliti sul furgone
Lei ci ha salutati con la mano
Indossava un paio di jeans attillati
e una maglia bianca
La sua nuova pelle splendente
era un richiamo alla vita
09 Avvertimento
Qualcuno ha lasciato una testa di maiale
nel cortile dietro casa
Non ho idea di chi l'abbia lasciata lì
e che cosa voglia dire, una testa di maiale
con una freccia tra i denti
Un avvertimento, forse
Siamo nuovi in questo posto
Poi la neve ha cominciato a cadere
fitta
e con le mani intirizzite dal freddo
ho preso a scuotere quel muso
ogni volta che la neve lo ricopriva
E sono rimasto lì
chino, a guardarlo
in attesa
10 Manhattan Di Notte
Le cose non riescono a trattenere i colori
Dentro questa foto gli oggetti sono solo macchie
incerte
dai colori differenti
Non c'è nessuno dentro queste stanze illuminate
dentro questo poster 'Manhattan Di Notte'
che nasconde l'interno della cucina di un ristorante cinese
Non si vedono segretarie
nè uomini d'affari
fattorini
nessuno
E'così che si può immaginare la fine di tutto
Interni vuoti
armadi a muro
Ordine nelle cose
Tutto è immobile
Resta la luce elettrica
a confinare la notte fuori dalle vetrate
ancora per qualche ora
11 Stagioni
Poi le cose presero un'altra piega
Rigoni comprò a credito del materiale rubato
Non pagò
e non credo avesse intenzione di farlo
Piombarono di notte a casa i creditori
ubriachi fradici
Sfondarono la porta d'ingresso a calci
e lo massacrarono di botte
Perse del sangue
l'uso della mandibola per qualche giorno
e per un paio di settimane
la voglia di vivere
Ma quell'estate era stata formidabile
Eravamo al massimo della forma
Io e Leo avevamo portato a casa una cassa di champagne
trovata in qualche angolo durante lo sgombero di una cantina
Bottiglie già scadute
che andavano alla testa appena dopo due sorsi
Passavamo i pomeriggi in cucina
Il sudore ci colava addosso
Rigoni teneva banco
le guance infuocate
Eravamo la cornice di un romanzo medievale
Noi
gli eletti
riuniti in una casa che cadeva a pezzi
immersi nel silenzio dei pomeriggi d'agosto
e fuori
fuori la peste
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